Questo non è un post che mi andava di scrivere ed ero sicura
che mai, MAI avrei postato;
forse perché parlare della situazione che in questi mesi sto attraversando la trovo una terrificante strumentalizzazione, perché per quanto scriva cosa personali su social e blog ho sempre cercato di non scrivere cose che superassero quella labile linea che separa i piccoli drammi e gioie quotidiane da qualcosa di ben più delicato.
Non nascondo nemmeno di provare un certo senso di vergogna per voler provare a raccontare, con il mio goffo approccio e vocabolario un po’ risicato qualcosa di così “grande”.
forse perché parlare della situazione che in questi mesi sto attraversando la trovo una terrificante strumentalizzazione, perché per quanto scriva cosa personali su social e blog ho sempre cercato di non scrivere cose che superassero quella labile linea che separa i piccoli drammi e gioie quotidiane da qualcosa di ben più delicato.
Non nascondo nemmeno di provare un certo senso di vergogna per voler provare a raccontare, con il mio goffo approccio e vocabolario un po’ risicato qualcosa di così “grande”.
E nella parola “grande” racchiudo molte altre parole:
doloroso, tremendo, atroce, insuperabile, rabbia, angoscia, tristezza,
solitudine. Ed è talmente “grande” che ti chiedi solo: come posso farcela? Ma
la risposta è già racchiusa in quella domanda: non ce la farò.
A metà Luglio hanno diagnosticato un tumore al pancreas a
mia madre, ma non racconterò tutto l’iter medico che abbiamo attraversato e che
stiamo attraversando tutt’ora, così come non mi dilungherò su cosa questa
malattia comporti.
Dirò solo che è una delle cose più dure che la vita può
metterti davanti, perché lei è ancora giovane per morire ed io mi sento ancora
la sua bambina, nonostante i miei 30t’anni. Non mi sento pronta a fare tutto
senza di lei.
E’ dura cercare di fa fronte alla sofferenza di una donna che, in pochi mesi, ha perso tutto: vitalità, gioia, allegria, forza, peso. Che non riesce più ad alzarsi in piedi e camminare da sola, che fatica a parlare. Lei che era una leonessa, nata il 21 Agosto, quindi in tutto e per tutto. Lei che con la sua esuberanza riempiva casa ed ora in questa stessa casa c’è solo tanto silenzio e vuoto.
E’ dura cercare di fa fronte alla sofferenza di una donna che, in pochi mesi, ha perso tutto: vitalità, gioia, allegria, forza, peso. Che non riesce più ad alzarsi in piedi e camminare da sola, che fatica a parlare. Lei che era una leonessa, nata il 21 Agosto, quindi in tutto e per tutto. Lei che con la sua esuberanza riempiva casa ed ora in questa stessa casa c’è solo tanto silenzio e vuoto.
Basta non ce la faccio a scrivere di più, dico solo che la
vita è profondamente ingiusta.
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