martedì 6 dicembre 2016

13 Luglio 2016

Questo non è un post che mi andava di scrivere ed ero sicura che mai, MAI avrei postato;
forse perché parlare della situazione che in questi mesi sto attraversando la trovo una terrificante strumentalizzazione, perché per quanto scriva cosa personali su social e blog ho sempre cercato di non scrivere cose che superassero quella labile linea che separa i piccoli drammi e gioie quotidiane da qualcosa di ben più delicato.
Non nascondo nemmeno di provare un certo senso di vergogna per voler provare a raccontare, con il mio goffo approccio e vocabolario un po’ risicato qualcosa di così “grande”.

E nella parola “grande” racchiudo molte altre parole: doloroso, tremendo, atroce, insuperabile, rabbia, angoscia, tristezza, solitudine. Ed è talmente “grande” che ti chiedi solo: come posso farcela? Ma la risposta è già racchiusa in quella domanda: non ce la farò.

A metà Luglio hanno diagnosticato un tumore al pancreas a mia madre, ma non racconterò tutto l’iter medico che abbiamo attraversato e che stiamo attraversando tutt’ora, così come non mi dilungherò su cosa questa malattia comporti.
Dirò solo che è una delle cose più dure che la vita può metterti davanti, perché lei è ancora giovane per morire ed io mi sento ancora la sua bambina, nonostante i miei 30t’anni. Non mi sento pronta a fare tutto senza di lei.
E’ dura cercare di fa fronte alla sofferenza di una donna che, in pochi mesi, ha perso tutto: vitalità, gioia, allegria, forza, peso. Che non riesce più ad alzarsi in piedi e camminare da sola, che fatica a parlare. Lei che era una leonessa, nata il 21 Agosto, quindi in tutto e per tutto. Lei che con la sua esuberanza riempiva casa ed ora in questa stessa casa c’è solo tanto silenzio e vuoto.

Basta non ce la faccio a scrivere di più, dico solo che la vita è profondamente ingiusta.

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