Possibile sia così facile essere dimenticati?
Forse è una domanda sciocca, perché quando siamo noi a
dimenticare non sembra così difficile la risposta; alla fine c’è moltissima
gente di cui possiamo fare a meno, perché più di tanto, di loro non ci
interessa.
Per dire ci sono un paio di amiche del liceo che rivedrei
volentieri, con le quali certe cose si facevano solo con loro, una di queste è Rachele.
Con Rachele andavo a moltissime mostre di pittura, non avevamo ancora la
patente e spesso ci facevamo lunghi viaggi in treno per andare a vedere quella
mostra di Van Gogh o quella personale di Mimmo Paladino e la transavanguardia
italiana.
Finito il liceo, per qualche anno siamo andate alla biennale a
Venezia, perché comunque era un modo di vederci, nonostante i giri diversi che
avevamo iniziato ad avere, io con i compagni di università, lei con il suo
ragazzo e gli amici di lui.
Poi gli impegni sempre più fitti, la scomodità di abitare troppo distanti e dal vedersi una volta ogni tot di mesi, siamo passate a vederci un paio di volte l’anno fino poi a perderci.
Lei ogni tanto mi manda un sms, lei che odia la tecnologia e per l’amore del cielo whatsapp e facebook li lasciamo da parte che tanto se voglio sentire qualcuno lo posso benissimo chiamare e va bene così.
Un sms che mi fa un sacco piacere di ricevere nel quale mi chiede come sto e mi propone di vederci, magari perché c’è una mostra sul cubismo a Ferrara o anche solo per un aperitivo.
E mi piacerebbe vederla, ma poi do sempre precedenza ad altro e ad altre persone, persone che vedo abitualmente e mi rimprovero anche di non riuscire a ritagliarmi del tempo da passare con lei.
Poi gli impegni sempre più fitti, la scomodità di abitare troppo distanti e dal vedersi una volta ogni tot di mesi, siamo passate a vederci un paio di volte l’anno fino poi a perderci.
Lei ogni tanto mi manda un sms, lei che odia la tecnologia e per l’amore del cielo whatsapp e facebook li lasciamo da parte che tanto se voglio sentire qualcuno lo posso benissimo chiamare e va bene così.
Un sms che mi fa un sacco piacere di ricevere nel quale mi chiede come sto e mi propone di vederci, magari perché c’è una mostra sul cubismo a Ferrara o anche solo per un aperitivo.
E mi piacerebbe vederla, ma poi do sempre precedenza ad altro e ad altre persone, persone che vedo abitualmente e mi rimprovero anche di non riuscire a ritagliarmi del tempo da passare con lei.
Insomma tutto questo per dire che a volte capita di perdersi
di vista, di non sentirsi più e “dimenticarsi” di qualcuno, la si accetta come
cosa, perché è normale, è la vita. Semplicemente.
Eppure trovo impossibile accettare il fatto di essere
dimenticata, dimenticata soprattutto da qualcuno che per me non dovrebbe dimenticarmi. E quel “per me” ha dentro mille
significati, mille ricordi, motivazioni, istanti, giorni e mesi. Come si può
cancellare tutto il passato così? Come se dentro la vita di qualcuno in realtà
non ci fossi mai stata, certe cose non fossero mai successe, non riuscire a far
sentire la tua mancanza, essere stata così… insignificante?
Poi penso che Rachele non è stata insignificante per me, che in realtà capita che la pensi e mi manchi pure, ma che semplicemente “la vita ci spinge verso direzioni diverse” come canta Pierpa.