domenica 6 settembre 2015

Dell'essere polemica

Io certe cose non posso proprio leggerle. Non posso proprio né soffrirle, né tantomeno tollerarle.
Sono molto cattiva e polemica e rompicoglioni. Mi rendo conto di non essere nessuno per poter giudicare, non sono una letterata, figurarsi una scrittrice, tzé. Ultimamente leggo pure troppo poco, ma almeno cerco di leggere bene, leggere robbbabuona.

Però imbattermi nella lettura di certe pagine che definire banali e mediocri è un complimento e dove il suo autore crede d'essere L'autore, mi faincazzare profondamente.

Il piú classico calderone di elementi 'per il successo' (successo= soddisfazione da parte di chi scrive il testo) è questo:
- il personaggio problematico; ce ne sono di moltissimi tipologie diverse: dallo sfigato depresso, all'antieroe che si dá all'alcool/droghe ecc, al pazzo omicida che si scoprirà solo alla fine essere un pazzo omicida (a volte lo si sa da subito, altre non lo scopriremo mai, forse solo vivendooo), il playboy che nn sa più cosa significhi amare ecc ecc

E fin qua va bene, 'il personaggio' serve ad una storia

-l'uso di termini (per loro) considerati aulici, solo perché poco usati, il più delle volte totalmente inadatti al contesto

Dio benedica il tasto destro del mouse, tendina e scendi alla voce 'sinonimi', eh?

-infilare qualche parolaccia qua e là

Ma come siamo trasgressivi! Ha detto pupú! :@

-fare dei riferimenti a qualcosa che 'wooo, ma quanto fa figo mostrare al mondo intero che conosco dei passi di Aspettando Godot o la canzone degli The smiths?'

Dio benedica google. Dio benedica che nessuno può vedere la vostra playlist di spotify.

-il sesso... come trascurare la trasgressione di inserire conturbanti/eccitanti/accaldanti/appassionanti scene di copulazioni? Poi il sesso vende. Dato di fatto.
Ovviamente più scurrili si è, più Charles Bukowski ci si sente.

Eh... ma attenzione! che il passo che intercorre tra il risultare un moderno e ancor più birichino Bukowski ed un viscido depravato è breve. Mooooolto breve.

Purtroppo in questo meccanismo ci sono inciampata pure io, spero che con più esperienza e più buone letture, di uscirne presto fuori.
Ciao a tutti gli scrittori (o aspiranti tali) 2.0, a cui ricordo solo:
Non prendetevi troppo sul serio solo perché internet vi consente della visibilità.

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