Il mio profumo è il Cinema di Yves Saint Laurant. Ne ho
anche altri, ma quello è il mio preferito, quello che ho sempre usato con parsimonia,
quello delle “occasioni importanti”.
Io che, con il mio setto nasale deviato non vanto di certo un olfatto fine, ricordo però la prima volta che lo sentii: me ne innamorai immediatamente. La Kecca era venuta a trovarmi a Piove, stavamo passeggiando lungo via Gauslino e per la prima volta un profumo catturò la mia attenzione, era il suo profumo, o meglio mi disse essere quello di sua madre, il Cinema e, infondo, non poteva essere altrimenti, visto che la mamma della Kecca era professoressa di Cinema a Scienze della Comunicazione.
Quello divenne così il primo profumo serio che comprai. Mi piaceva sentirlo il giorno dopo, sulla federa del cuscino o sulla sciarpa quando lo mettevo la sera prima.
Io che, con il mio setto nasale deviato non vanto di certo un olfatto fine, ricordo però la prima volta che lo sentii: me ne innamorai immediatamente. La Kecca era venuta a trovarmi a Piove, stavamo passeggiando lungo via Gauslino e per la prima volta un profumo catturò la mia attenzione, era il suo profumo, o meglio mi disse essere quello di sua madre, il Cinema e, infondo, non poteva essere altrimenti, visto che la mamma della Kecca era professoressa di Cinema a Scienze della Comunicazione.
Quello divenne così il primo profumo serio che comprai. Mi piaceva sentirlo il giorno dopo, sulla federa del cuscino o sulla sciarpa quando lo mettevo la sera prima.
Una sera, in un locale, notai un ragazzo, aveva quel “non so
che” che mi colpì e, vinto l’imbarazzo, decisi di andarmi a presentare (il
coraggio, in realtà, era dovuto agli innumerevoli GinTonic bevuti prima).
Quella sera mi disse che avevo un buon profumo. Rimase anche uno dei pochissimi
che mi fece per qualche anno che ci si sentì.
Ora, il Cinema, non lo fanno più, l’hanno tolto dalla
produzione.
Conservo quasi come fosse una reliquia quel flacone ancora quasi pieno (il terzo), lo conservo anche perché è uno delle cose che maggiormente mi ricorda la mamma. Le avevo chiesto di ricomprarlo, io odio fare compre e lei lo faceva sempre per me… “portami a casa questo… portami quello… ho finito x, avrei bisogno di y, vorrei provare z”
Mai una volta che mi dicesse di no. A lei comprare, invece, piaceva da morire. Eravamo l’opposto anche su questo.
Fatto sta, che povera, aveva girato qualcosa come 5 profumerie per trovarmelo, perché appunto, avevano cominciato a ritirarlo dal mercato. Ma alla fine, in qualche modo lo trovò e me lo portò a casa. E sono disperata perché quel profumo è mio, è suo. E non esisterà presto più.
Conservo quasi come fosse una reliquia quel flacone ancora quasi pieno (il terzo), lo conservo anche perché è uno delle cose che maggiormente mi ricorda la mamma. Le avevo chiesto di ricomprarlo, io odio fare compre e lei lo faceva sempre per me… “portami a casa questo… portami quello… ho finito x, avrei bisogno di y, vorrei provare z”
Mai una volta che mi dicesse di no. A lei comprare, invece, piaceva da morire. Eravamo l’opposto anche su questo.
Fatto sta, che povera, aveva girato qualcosa come 5 profumerie per trovarmelo, perché appunto, avevano cominciato a ritirarlo dal mercato. Ma alla fine, in qualche modo lo trovò e me lo portò a casa. E sono disperata perché quel profumo è mio, è suo. E non esisterà presto più.